dagli antichi Caraibi...i misteri del popolo Maya ed il segreto dello Sciamano | Vivere i Caraibi - Racconti, Miti e Leggende 17.09.2012 Caraibi
17 novembre 1839...desde Caribe... l'esploratore americano John Lloyd Stephens e l'artista britannico Frederick Catherwood, apertisi un varco nella giungla quasi impenetrabile, sfiorata la morte per mano di sanguinari banditi e tormentati dalla febbre, cominciarono a liberare dalla vegetazione la misteriosa località dell'antica città Maya di Copàn, sprofondata nelle montagne dell'Honduras occidentale. Avvolte in uno spesso manto di rampicanti e sottobosco, infestate da insetti portatori di malattie, le rovine rappresentavano la sfida più importante che i 2 avessero mai affrontato...ai loro occhi si aprivano le origini stesse dei Caraibi...Stephens e Catherwood si fermarono spesso, colmi di meraviglia dinanzi alla bellezza sovrannaturale che le loro fatiche lentmente portavano alla luce, l'atmosfera fitta di mistero ed uno spirito malinconico aleggiavano nell'aria..."si stendeva di fronte a noi, come un veliero in rovina in mezzo all'oceano, senza più alberi, il nome cancellato, l'equipaggio affogato e nessuno che potesse dire donde venisse, a chi appartenesse, quanto fosse durato il suo viaggio o cosa ne avesse provocato la distruzione...il luogo dove eravamo era una fortezza da cui, un tempo, un popolo ignoto aveva fatto riusonare trombe di guerra?...oppure un tempio eretto al Dio della pace?...o forse gli abitanti veneravano idoli fatti con le proprie mani, offrendo sacrifici sulle pietre poste dinnanzi a loro?...tutto era mistero, tenebra ed insondabile ignoto..." La stessa atmosfera di mistero continua ad aleggiare sui sentieri boscosi, sulle pietre ricoperte di muschio, sui monumenti crollati di Copàn e di altri antichi centri Maya...per quasi cento anni, i gerogifici e tutti i simboli riportati su questi monumenti sono rimasti "criptati" infittendo il mistero, fino a quando negli anni '70 attraverso una collaborazione interdisciplinare di tanti studiosi finalmente la complicata iconografia Maya iniziò ad acquistare senso...le iscrizioni finalmente cominciarono a parlare e gli alberi dinastici, i terrificanti rituali, le poesie metafisiche presero forma sotto gli occhi stupefatti di tutti...rivelazione dopo rivelazione, un universo di saggezza occulta, una fonte spirituale inutilizzata di tremenda potenza e di terribile bellezza si schiuse rivelando insospettabili profondità...Per queste antiche genti l'universo e la vita stessa erano un'imponente forma d'arte posta in essere attraverso l'immaginazione dalle visioni estatiche divine. Realizzando le proprie opere d'arte ad imitazione di tale estasi creativa, gli sciamani Maya credevano di poter partecipare alla continua creazione del Cosmo, di "mettere al mondo" Dio e di garantirsi la vita eterna...la forza energetica elargita sia agli Dei che al mondo era detta "ch'ulel" o forza vitale o essenza vitale...l'esistenza di divinità e creato dipendeva dalla circolazione costante di tale energia sovrannaturale, veicolata principalmente attraverso "l'itz"...il sangue...nell'ottica Maya lo strumento principe per mantenere attivo il circolo di forza vitale e quindi assicurare all'universo non soltanto la vita, ma anche un processo inesausto di resurrezione, era quello del sacrificio umano, in specie del sacrificio della decapitazione e preludio a questo momento nodale era il sacro gioco della palla. Forse e sicuramente rivoltante ai nostri occhi, il sacrificio umano rappresentava per i Maya l'atto religioso centrale e culminante. Inutile tentare di nasconderlo, chiunque sia deciso ad immergersi con onestà nel mondo spirituale degli anitchi Maya, magari anche traendone dei benefici, dovrà sapere osservarlo con gli stessi occhi ed esperirlo tale e quale...attreverso il sacrificio la vita si sarebbe assicurata la palma della vittoria soltanto se avesse accolto appieno la morte, se avesse abbracciato l'oscurità, oltre che la luce, dell'Ente divino. Le più grandi forze spirituali dei Maya, la loro accettazione dell'aspra realtà di sofferenza e crudeltà...la credenza nell'inseparabilità e nell'interscambiabilità di creazione e distruzione, bene e male, vita e morte...la certezza che alla luce si pervenga soltanto dopo aver abbracciato le tenebre, la nozione di una salvezza difficile da conquistarsi, l'esperienza estetica della vita...tutte queste esperienze e conoscienze potrebbero completare e riempire con grande efficacia anche le nostre tradizioni spirituali...
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